Museo del Merletto

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Ci sono luoghi che sembrano immersi in un epoca lontana, dove il tempo scorre lento e segue ritmi che ormai non ci appartengono più. Uno di questi luoghi è il Museo del Merletto di Burano, dove si conservano i preziosi esemplari di un’arte antica e dove ancora è possibile incontrare le ultime merlettaie rimaste e vederle al lavoro.
La mia amica Paola Poletto ci racconta la storia di questo posto meraviglioso, che se capitate a Venezia dovete assolutamente visitare.

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Il Museo del Merletto ha sede a Burano, negli spazi della storica Scuola dei Merletti di Burano, fondata nel 1872 dalla contessa Andriana Marcello per recuperare e rilanciare una tradizione secolare, attualmente chiusa. Vi sono esposti oltre cento preziosi esemplari, oltre a importanti testimonianze della produzione veneziana dal XVI al XX secolo. Merita sicuramente una visita, non solo per l’esposizione di pezzi di immenso valore, ma anche per la possibilità di osservare dal vero le tecniche di lavorazione proposte dalle merlettaie, ancora oggi depositarie di quest’arte e presenti al mattino in museo.

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Il merletto di Burano è un’antica tradizione. Ogni singolo pezzo è considerato un’opera d’arte creata dalle pazienti ed esperte mani femminili di quelle che oggi sono considerate le custodi di questa preziosa memoria.

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La poetica storia del merletto si perde nel tempo e le storie che narrano di quest’arte sono sempre legate al mare.

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Una leggenda racconta di un pescatore innamorato di una giovane che pescava al largo, in Laguna. Un giorno la sua barca fu circondata da alcune sirene che iniziarono a cantare una melodia così struggente che incantò il giovane e solo il ricordo della sua innamorata lo trattene dal gettarsi in mare per seguire le loro voci. Quando le sirene si accorsero che l’amore del pescatore era più forte del loro canto, gli donarono un segno della loro amicizia e del loro rispetto. C’è chi sostiene che si trattava di un delicato ricamo di spuma, chi invece una leggera trina d’alga. Qualunque cosa fosse,  il giovane lo consegnò alla sua amata. La ragazza  fu molto brava nel riprodurre con ago e filo quel capolavoro del mare….e nacque così il merletto.

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Un’altra vecchia leggenda narra invece che un pescatore prima di partire per la guerra, lasciò all’amata una pianticella marina come pegno d’amore. Si trattava di una sorta di fiore strano e irreale, con tentacoli e arabeschi, ma bellissimo. Aspettando il ritorno del giovane, la ragazza tesseva una fitta rete per il suo pescatore e quando egli tornò, la rete era compiuta. Nell’aprirla e stenderla a terra essa rivelò nella sua trama leggera l’impronta di quel fiore marino…un miracolo dell’amore che diede vita al merletto.

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Competenza e dedizione vengono legate assieme dal filo del grande amore per ciò che si realizza. Le merlettaie che oggi conoscono i segreti dell’arte del merletto ad ago sono molto poche; sarebbe un peccato che tutto ciò andasse dimenticato e perso nel tempo.

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Per la realizzazione di un merletto si devono eseguire più di cinque passaggi, solitamente fatti da persone diverse, allora come oggi. Ogni merlettaia è in grado di eseguire tutte le operazioni e i punti necessari, ma si specializza in una sola azione cosi da poterla eseguire il più perfettamente possibile e in maniera veloce, poiché la maggior parte del lavoro viene pagato a cottimo.

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Ci sono le addette alla preparazione dei disegni, mentre altre si occupavano dell’orlatura, ossia il fissare sul tombolo i vari strati di stoffa e carta che serviranno da trama. Dopo il fissaggio, la  prima merlettaia può iniziare ad eseguire su tutto il disegno il ghipur, o punto Burano.

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Il procedimento prosegue con l’esecuzione degli sbarri e del punto rete e termina con il rilievo, il quale mette in risalto il disegno con le varie rifiniture. Infine il merletto è staccato dalla carta e tutti i fili superflui accuratamente rimossi con una pinzetta.

INFO
Foto e testi a cura di Paola Poletto

LINK
Paola Poletto su Flickr – https://www.flickr.com/photos/pollyypollyy/
Paola Poletto su Instagram – https://instagram.com/pollyy/

 

 

 

 

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