MUSEO LUIGI BAILO, TREVISO
Uno dei museo più sorprendenti che abbia mai visitato è certamente il Museo Luigi Bailo a Treviso.
Un luogo che è rimasto chiuso per molti anni e che, quando ha riaperto al pubblico, ha svelato la ricchezza della collezione di opere che custodisce e anche la storia del collezionismo trevigiano.
Una rinascita dopo quasi 12 anni di chiusura e che ha reso un edificio ormai inagibile in un luogo di grande suggestione.
Museo Luigi Bailo
Storia del Museo Bailo
Il Museo intitolato a Luigi Bailo, docente del Liceo e bibliotecario di Treviso, è la più antica tra le sedi museali civiche.
Le altre sono Casa Robegan / Casa da Noal e il complesso di Santa Caterina.
Il Museo Bailo si colloca lungo la direttrice di un kardo della centuriazione romana ancora evidente nella conformazione della città di Treviso e si trova proprio a ridosso delle mura romaniche.
L’edificio che oggi ospita il museo era già esistente nel 1437 perché ospitava il convento dei Gesuati, a cui subentrarono dal 1668 altri ordini religiosi che dedicarono sempre questi ambienti alle attività di preghiera e di insegnamento.
Nel 1886 inizia la fase pubblica con l’acquisizione dell’intero complesso da parte del Comune di Treviso che decide di destinare l’edificio all’uso scolastico e ospitando prima il Liceo Ginnasio pubblico, poi un convitto studentesco e l’asilo infantile, infine la biblioteca e il Museo civico.
Il Museo nasce nel 1879 per iniziativa di Luigi Bailo e all’inizio occupa alcuni ambienti della biblioteca con un’esposizione di epigrafi antiche.
Successivamente l’aumento delle raccolte, grazie a lasciti, acquisti e recuperi portò all’occupazione degli spazi dell’ex convento e l’apertura al pubblico nel 1888.
Le collezioni civiche testimoniano la vitalità artistica di una Treviso che subisce certamente la grandezza della vicina Venezia, ma che riesce anche ad esprimere artisti di grande livello.
Nei decenni seguenti la collezione crebbe ancora e si dovette pensare ad una revisione dell’architettura e degli allestimenti, in particolare dopo i gravi danni provocati dalla seconda guerra mondiale.
La collezione venne incrementata dalle opere degli artisti trevigiani del Novecento, ma le criticità strutturali erano ancora irrisolte e non consentivano più una fruizione adeguata delle collezioni (basti pensare che non c’era un impianto di riscaldamento e condizionamento!).
Nel 2003 il Museo dovette chiudere perché considerato ormai inagibile, le collezioni vennero ricollocate nel complesso di Santa Caterina e iniziò una lunga fase di restauro.
Alla fine del 2014, con la riapertura del Museo, gli ambienti risultano completamente rinnovati e funzionali, pronti ad affrontare le sfide di uno spazio espositivo che rafforza il suo legame con la città.
- Ho dedicato un post speciale alla riapertura del Museo Bailo con dettagli sul nuovo allestimento.
Il progetto di restauro che riporta a nuova vita questo il Museo Bailo è moderno e innovativo perché si apre alla città, alternando pareti di vetro che permettono di vedere la città dall’interno e consentono a chiunque di osservare gli ambienti dall’esterno; ridisegna gli spazi valorizzando le strutture antiche; infine introduce nuovi elementi per rendere omaggio alle opere d’arte esposte.
Vi lascio alcune immagini e aspetto di sapere se anche voi come me pensate che la riapertura di un Museo sia una grande occasione per tutti 😉
LA GALLERIA DELL’OTTOCENTO AL MUSEO LUIGI BAILO
Il Museo Luigi Bailo custodisce anche una delle più importanti raccolte d’arte ottocentesca in Italia.
La storia di questa raccolta nasce il 12 marzo 1851, giorno in cui giunse al Comune di Treviso la donazione della quadreria di Margherita Grimaldi Prati, composta di 20 quadri, e una cinquantina tra miniature, disegni e stampe.
Una raccolta di capolavori tra i quali quelli di Giovanni Bellini, Girolamo da Santacroce, Domenico Tintoretto, oltre all’intenso e raffinato ritratto della donatrice, opera del principale pittore neoclassico italiano Andrea Appiani.
Al 27 ottobre 1874 risale, invece, l’accettazione da parte del Consiglio Comunale del lascito di Sante Giacomelli.
Ben 74 opere di arte contemporanea, rappresentative di buona parte della pittura italiana dell’epoca, giunsero così al Municipio di Treviso. Tele di Ludovico Lipparini, Francesco Podesti, Odorico Politi, Eugenio Bosa, Eugenio Moretti Larese, Vincenzo Giacomelli, Francesco Coghetti, e molti altri fino a Ippolito Caffi.
A queste donazioni ne seguirono molte altre (Sala, Princivalli, Murani solo per citarne alcune) fino a nostri giorni.
Poi oculati acquisti tra i quali il primo dipinto noto di Francesco Hayez con il “Gruppo della famiglia del pittore” con il primo autoritratto, o “Il ritratto di Domenica Pascoli“ di Michelangelo Grigoletti o il “Busto di Marianna Angeli Pascoli“ di Luigi Zandomeneghi. Molte di queste opere dell’800, e in particolare la splendida collezione di Sante Giacomelli che ne costituisce il nucleo principale, escono dai depositi e possono essere ammirati nella Galleria dell’Ottocento.
LE NUOVE SALE DEL MUSEO BAILO
Il rinnovamento del Museo Luigi Bailo prosegue senza sosta e nel luglio 2024 ha aperto un nuovo percorso espositivo permanente che si sviluppa in sette nuove sale.
Sono più di 100 le nuove opere esposte al pubblico e appartenenti alla preziosa raccolta Sante Giacomelli, che fu donata al museo nel 1874. Spiccano alcuni celebri esempi di romanticismo storico e opere di artisti come Ippolito Caffi, Vincenzo Abati e molti altri.
Oltre a queste opere, il museo Bailo espone finalmente al pubblico gli autoritratti di alcuni artisti protagonisti del museo e i ritratti di molti donatori. Inoltre vi è un percorso di dipinti e opere che sono il frutto delle donazioni più recenti alle collezioni cittadine trevigiane.
INFO
Museo Luigi Bailo – musei civici di Treviso
Borgo Cavour, 24 – Treviso
Orari: da martedì a domenica 10.00 – 18.00