LA NATURA NELL’ARTE: DAI ROMANTICI A SEGANTINI
La rappresentazione della natura nell’arte da sempre offre agli artisti la possibilità di descrivere il mondo e il nostro rapporto con il Pianeta in cui viviamo.
La storia dell’arte è piena di opere che descrivono paesaggi meravigliosi ma è anche ricca di storie in cui la Natura e i suoi elementi sono personificati da divinità, tratte dalla cultura classica, che ci permettono di comprendere il nostro legame con il mondo.
Recentemente ho visitato una mostra (in fondo al post trovate i dettagli) che mi ha permesso di fare un viaggio alla scoperta della natura nell’arte e che mi ha offerto la possibilità di capire come la natura sia diventata importantissima nell’Ottocento.
La natura nell’arte
LA NATURA NELL’ARTE IN SVIZZERA
A partire dalla fine del Settecento si manifesta, in Svizzera, una nuova pittura di paesaggio.
Si sviluppa, cioè, una nuova descrizione della natura rispetto alle regole del classicismo: da una lato c’è chi è legato principalmente all’esempio diJean-Baptiste Camille Corot e alla Scuola di Barbizon, come Alexandre Calame e Barthélemy Menn; dall’altro c’è un filone legato all’esempio di Gustave Courbet, come in Robert Zünd, Rudolf Koller e Frank Buchser.
In questo scenario, emerge il talento di Caspar Wolf, nelle cui opere è presente l’idea del Sublime che, dalla metà del Settecento, si manifesta anche negli studi di filosofia e di estetica, da Kant a Schiller.
Caspar Wolf dipinge natura nell’arte attraverso le montagne e i ghiacciai, spingendosi in zone fino a quel momento non note per cogliere la natura nella sua forma più genuina.
Con l’arrivo dell’Ottocento le cose cambiano e la pittura svizzera guarda sempre di più a Courbet.
Albert Anker e Ferdinand Hodler sono i due pittori più popolari in Svizzera nel secondo Ottocento.
Albert Anker dipinge moltissime scene di vita quotidiana, diventate occasioni per un diario sentimentale che si volge anche al racconto della vita dei bambini. La natura nell’arte è rappresentata assieme alle tante immagini dei vecchi lungo le strade o nelle locande, del soldato che torna dalla guerra, dei funerali e dei matrimoni, del mondo della scuola e dell’intimità domestica, egli compone un vero e proprio poema che evoca il senso dell’identità nazionale.
I ritratti e le figure di Ferdinand Hodler, dipinti negli stessi anni di quelli di Anker, risentono molto invece dell’influenza di Courbet, con una forte componente che esprime l’amore verso la natura.
D’altronde Hodler è uno degli artisti che avvia un cambiamento della tecnica artistica e inizia a introdurre una nuova rappresentazione della natura nell’arte.
La pittura in Svizzera, tra Ottocento e Novecento, si avvia verso la descrizione di un colore che cambia e si fa modernissimo.
Giovanni Segantini e Ferdinand Hodler sono gli esponenti, in maniera diversa, di questo cambiamento. rappresentanti della grande famiglia del simbolismo internazionale.
Essi sono una parte fondamentale della poesia in immagini della montagna svizzera, avendo come spazio dell’anima i luoghi attorno al passo del Maloja, per Segantini, e l’Oberland bernese, per Hodler.
LA NATURA NELL’ARTE IN GERMANIA
“Il compito dell’artista non consiste nella fedele rappresentazione del cielo, dell’acqua, delle rocce e degli alberi; la sua anima e la sua sensibilità devono al contrario rispecchiarsi nella natura. Riconoscere, penetrare, accogliere e riprodurre lo spirito della natura con tutto il cuore e con tutta l’anima è il compito di un’opera d’arte.”
Questo scrisse Caspar David Friedrich, che segna l’inizio del romanticismo nell’arte tedesca.
Friedrich coniuga l’osservazione dei dettagli con la contemplazione dell’immensità della natura, dipingendo quadri nei quali l’essere umano contempla la vastità e la potenza della natura.
Un elemento importante in molte opere di Friedrich è la luna, descritta al suo sorgere, prima bassa e poi alta nel cielo.
Ci sono alcune belle frasi che sono state trovate e dedicate all’amore di Friedrich per la luna:
“Fin dalla sua infanzia la luna esercitava una strana attrazione su di lui. Ed egli ne aveva coscienza. Diceva che, se gli uomini dopo la loro morte venivano trasportati in un altro mondo, lui lo sarebbe stato sulla luna. Era per lui l’emanazione dell’anima del mondo, il ponte luminoso tra qui e l’universo.”
La natura nell’arte di Friedrich lascia spazio, a metà Ottocento in Germania, alle figure di Adolph Menzel, colui che Degas considerava “il più grande maestro vivente”.
Un artista che ha incarnato da un lato il pittore storico per eccellenza, il favorito della Corte, essendogli stato anche assegnato il titolo nobiliare, ma dall’altro, soprattutto con i
quadri a cavallo della metà del secolo, ha saputo dare prove di straordinaria sensibilità di luci e atmosfera.
In Germania è la figura di Courbet ad avere influenzato in modo assoluto la generazione di pittori nati tra la fine degli anni quaranta e i primissimi anni cinquanta, raccolti attorno a Wilhelm Leibl nella cerchia degli artisti residenti a Monaco di Baviera.
La forza di verità della pitturadi Courbet diede la certezza di poter finalmente abbandonare gli insegnamenti delle accademie che tendevano sempre al classicismo e alla idealizzazione delle figure e del paesaggio.
La mostra di arte internazionale al Glaspalast di Monaco, nel 1869, con i quadri ci Courbet che vi furono esposti, ma anche i ritratti eseguiti da Manet, aprirono gli occhi a pittori come Leibl, Thoma, Von Uhde e Trübner, presenti in questa sezione.
LA NATURA NELL’ARTE IN ITALIA
Arnold Böcklin, artista svizzero ma residente a lungo a Roma, è l’artista da cui partire per comprendere come, in Italia, cambia la rappresentazione della natura nell’arte.
Böcklin ebbe negli ideali e nelle raffigurazioni del mondo classico il suo punto di riferimento, che riuscì a coniugare con l’evocazione di un mondo interiore tutto da interpretare.
I quadri dipinti da Böcklin nel primo periodo romano (1850-1857) risentono di uno sguardo profondo sulla natura. Lui, assieme a Feuerbach e Von Marées, era uno dei cosiddetti Deutsch-Römer, piccolo gruppo di tedeschi operanti a Roma.
Sono le storie tratte dalle “Metamorfosi” di Ovidio e i riferimenti all’arte classica a fare da punto di riferimento.
Nelle opere di Böcklin è forte la componente simbolica, che rende i suoi dipinti fantastici ma allo stesso tempo riescono a porre, a chi osserva, interrogativi universali.
La natura nell’arte di Böcklin è costellata da personaggi che personificano gli elementi naturali e rafforzano il nostro legame con la cultura classica.
LA NATURA NELL’ARTE IN UNA MOSTRA
Dai romantici a Segantini. Storie di lune e poi di sguardi e montagne. Capolavori dalla Fondazione Oskar Reinhart
29 gennaio – 5 giugno 2022
Centro San Gaetano, Padova
La costruzione della mostra si appoggia sulla stupefacente collezione compresa nella Fondazione Oskar Reinhart, facente parte della straordinaria rete del Kunst Museum di Winterthur, uno dei poli artistici di maggior interesse della Confederazione elvetica.
Orario mostra
(ultimo ingresso 70 minuti prima della chiusura)
– lunedì: 10-18
– mercoledì e giovedì: 10-13 / 14.30-19 – venerdì: 10-13 / 14.30-20
– sabato: 10-13 / 14-20
– domenica: 10-13 / 14-19.30
– martedì chiuso
Biglietti
(prezzi comprensivi di diritto di prenotazione)
Intero € 15,00
Ridotto € 12,00 studenti maggiorenni e universitari fino a 26 anni con tessera di riconoscimento, oltre i 65 anni, giornalisti con tesserino
Ridotto € 8,00 minorenni (6-17 anni)
Ti piacciono le mostre? Allora leggi il post con le mostre 2022 in Italia con tutti gli eventi in programma.