Esplorando le opere di Agostino Ferrari: un viaggio nell’arte del segno

Agostino Ferrari, Interno / Esterno, 2011, cm 150 x 150, acrilico + sabbia su tela

Come può un artista possa esplorare e trasformare un singolo elemento fino a farlo diventare il fulcro della sua espressione artistica? In questo post viglio condividere con voi alcune cose che ho scoperto di Agostino Ferrari, un artista importante nel panorama artistico italiano, nato a Milano nel 1938.
Le opere di Agostino Ferrari si distinguono per l’uso innovativo del segno, elemento che ha caratterizzato e continuamente rinnovato il suo stile nel corso degli anni.

Le opere di Agostino Ferrari


AGOSTINO FERRARI. Oltre la soglia del segno, Museo Diocesano Brescia 2024, Ph. Giorgia Dandrea

L’introduzione del segno-scrittura nei primi anni Sessanta e la sua evoluzione in una dimensione spaziale e teatrale hanno segnato le fasi iniziali del percorso artistico di Agostino Ferrari.
L’artista ha esplorato il potere evocativo del colore e del segno pittorico, utilizzando materiali come la sabbia nera per arricchire la texture delle sue opere. Le sue mostre, a partire dalla prima personale alla Galleria Pater di Milano nel 1961, hanno delineato un percorso di continua sperimentazione e dialogo con correnti artistiche internazionali.

Agostino Ferrari ha iniziato il suo viaggio artistico esplorando un segno-scrittura primordiale. Questa ricerca si è sviluppata all’interno del gruppo del Cenobio, per poi evolvere aggiungendo una nuova dimensione spaziale e teatrale alla sua arte.
Nei decenni successivi, Ferrari ha approfondito l’analisi dei valori psicologici dei colori, creando opere che esplorano la narrativa visiva attraverso il segno pittorico. Questo approccio si è concretizzato in diverse serie di opere, tra cui le notevoli “Segno-Scrittura” e “Racconti”.

AGOSTINO FERRARI E LA POP ART

Il 1961 segna un punto di svolta per Ferrari con la sua prima mostra personale, durante un periodo in cui la pittura figurativa e informale dominava la scena italiana. La sua partecipazione al Gruppo del Cenobio, insieme ad artisti come Arturo Vermi e Ugo La Pietra, ha rappresentato un tentativo di rinnovare la pittura attraverso simboli minimali. L’interesse di Ferrari per gli artisti della Pop Art americana lo ha portato a New York, dove ha incontrato figure chiave come Roy Lichtenstein e Jasper Johns, esperienze che hanno influenzato profondamente la sua serie di opere “Labirinti”.

L’EVOLUZIONE DEL SEGNO

Negli anni successivi, Ferrari ha continuato a esplorare e a innovare il suo stile.
La serie “Teatro del segno” e “Forma Totale” hanno introdotto un approccio tridimensionale che superava i confini tradizionali della tela. L’artista ha anche sviluppato una ricerca plastica, esaminando il dialogo tra segno, forma e colore. Le sue opere più mature, come la serie “Oltre la soglia”, iniziate nel 2002, indagano il rapporto tra la superficie narrativa del segno e la profondità dello spazio sconosciuto, simboleggiato dal nero assoluto.
Il percorsi di Agostino Ferrari è quindi ancora lontano dall’essersi concluso e le sue ultime opere lo dimostrano.


Agostino Ferrari, Oltre la soglia, 2006, cm 150 x 150, acrilico + sabbia su tela

Osservare le opere di Agostino Ferrari equivale a fare un viaggio incessante attraverso il segno, che si manifesta in una continua trasformazione sulla tela e oltre.
Il suo lavoro non solo rappresenta un significativo contributo alla storia dell’arte italiana, ma offre anche una riflessione profonda sull’esperienza umana e sulla capacità dell’arte di esplorare e comunicare complessità emotive e intellettuali. Esplorare le opere di Agostino Ferrari significa immergersi in un universo dove il segno diventa un ponte tra il visibile e l’invisibile, tra l’interno e l’esterno, tra il personale e l’universale.

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