LE OPERE DI GIOVANNI CARNOVALI, DETTO PICCIO, PRESSO L’ACCADEMIA DI CARRARA
Le opere di Giovanni Carnovali presso l’Accademia di Carrara sono in totale 14.
Si tratta di dipinti che coprono un arco temporale completo (dagli anni Venti ai Sessanta del XIX secolo), tanto da poter affermare che il museo bergamasco possiede una sorta di “monografica permanente” del pittore, in grado di raccontare molti aspetti della sua personalità e ricerca stilistica.
La vicenda personale e professionale di Carnovali è ricca di intrecci con la Carrara e il territorio bergamasco, una storia avvincente che le stesse opere del maestro sono in grado di raccontare.
Piccio, infatti, fu uno dei pittori più capaci e sperimentali dell’Ottocento lombardo, e non solo, che trascorse buona parte della sua vita professionale a Bergamo, compresa la formazione artistica.
Le opere di Giovanni Carnovali, detto Piccio
Giovanni Carnovali, detto Piccio, da bambino, potè osservare i grandi ritratti realizzati da Giovan Battista Moroni più di due secoli prima (dal 1852 nella collezione del museo) e collocato nella collezione Spini.
Il padre, infatti, lavorava per il conte Spini, presso la cui raccolta di opere d’arte erano conservate le opere, e che riconobbe subito in quel bambino un precoce talento artistico.
VITA E OPERE DI PICCIO
Giovanni Carnovali, detto Piccio (1804-1873), nasce a Montegrino in Valtravaglia, in provincia di Varese.
A undici anni viene ammesso alla Scuola di Pittura dell’Accademia Carrara, dove avrà come maestro Giuseppe Diotti.
La sua formazione avviene da un lato seguendo il modello di insegnamento accademico, dall’altro si apre a suggestioni che si rifanno allo stile delle opere di Raffaello, di Correggio, Parmigianino e Luini sino al classicismo seicentesco, alle aperture al vero della pittura bergamasca di Moroni passando per le sperimentazioni di Lorenzo Lotto e di Tiziano Vecellio.
Piccio, dunque, studiò sotto la guida di Giuseppe Diotti e intrecciò rapporti con altri autori, come l’amico Giacomo Trécourt che sostenne sempre la sua pittura, sia come compagno di Accademia sia in qualità di docente a Pavia.
A testimonianza di questa intensa amicizia, il ritratto di Trécourt esposto a Carrara è tra gli esempi più calzanti dello stile vibrante di Carnovali.
Guglielmo Lochis fu uno dei suoi più importanti committenti.
Un rapporto mecenate-artista che ancora oggi è sottolineato in Carrara grazie allo straordinario “Ritratto di Guglielmo Lochis” in veste da camera, realizzato nel 1835.
Quello dei viaggi di Piccio è un importante tassello nella definizione della sua cultura figurativa. Alcune annotazioni sui disegni documentano gli spostamenti nel centro Italia, da Roma a Napoli e Gaeta.
Rimane invece insoluto il problema dei tempi, dei modi e degli esiti del suo viaggio parigino che sembrerebbe potersi collocare nella seconda metà degli anni Quaranta.
L’affermazione di Piccio è legata dapprima alla sua attività di ritrattista, poi abbandonata per i soggetti a tema storico-letterario e devozionale.
Dal punto di vista del sostegno del collezionismo privato, l’opera di Piccio trova un ampio riscontro nell’ambiente della borghesia lombarda, come attestano i legami con importati famiglie del territorio, come i Farina, i Caccia, i Moretti, i Goltara, i Tasca.
La sua produzione di piccolo e medio formato è caratterizzata da una pittura che punta all’abbandono del “finito” accademico.
L’artista muore, per annegamento nel Po, nel 1873.
PICCIO IN CARRARA
PICCIO IN CARRARA è il nuovo capitolo di IN,
format espositivo che permette di scoprire o riscoprire gli artisti protagonisti del museo.
PICCIO IN CARRARA
11 Marzo – 12 Giugno 2022
Accademia Carrara, Bergamo a cura di M. Cristina Rodeschini
Il nuovo progetto espositivo di Accademia Carrara di Bergamo dedicato a Giovanni Carnovali, detto Piccio (1804-1873) permette di approfondire uno dei pittori più originali dell’Ottocento lombardo, precursore di temi e innovativo nello stile. Insieme al percorso di opere parte della collezione Carrara, tre prestiti di eccezionale qualità, raramente esposti al pubblico: Ritratto di Gina Caccia (La collana verde) (1862), Ritratto di Vittore Tasca (1863), provenienti da due collezioni private, e Paesaggio a Brembate Sotto (1868-1869), dalla Galleria d’Arte Moderna Ricci Oddi di Piacenza.
PICCIO IN CARRARA offre la lettura di uno spaccato storico e sociale di particolare interesse nell’Italia che raggiunge l’unità nazionale, prefigurando le impressioni di luce della pittura francese.
Tra vicende risorgimentali e scenari naturali, tra realismo e invenzione, tra aderenza al vero e sperimentazioni coloristiche, Carnovali interpreta con maestria un sentire pittorico che sottolinea la piena dignità della pittura dell’Ottocento, negli stessi anni in cui in Toscana si sviluppava l’arte dei Macchiaioli.
Un pittore che ha saputo raccontare il sentimento del suo tempo, sperimentando e precorrendo temi e linguaggi.
PER SAPERNE DI PIÙ SULLA COLLEZIONE PRESSO ACCADEMIA CARRARA DI BERGAMO
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100 capolavori dell’Accademia di Carrara. Grazie all’accurata campagna fotografica intrapresa dall’Accademia in seguito ai numerosi restauri degli ultimi anni, è possibile ammirare fin nei minimi particolari capolavori dal Medio Evo all’Ottocento, tutti riprodotti a piena pagina.
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Accademia Carrara Bergamo. Dipinti del Trecento e del Quattrocento. Ediz. a colori. Il volume illustra in centodieci schede tutti i dipinti antichi italiani dell’Accademia Carrara, databili tra il 1300 e il 1500. Divise in tre aree ― toscana e centroitaliana, lombarda, veneta ― queste opere permettono di seguire lo sviluppo della nostra tradizione figurativa per due secoli, tra straordinari capolavori e pitture meno note.
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Giacomo Quarenghi. I disegni dell’Accademia Carrara di Bergamo. Quarenghi è personalità tra le più importanti espresse dalla cultura della città e dei suoi territori, di statura internazionale per aver operato fuori d’Italia con continuità ed eccezionale qualità di risultati.