LE OPERE DI FRIDA KAHLO CHE DEVI CONOSCERE ASSOLUTAMENTE
Le opere di Frida Kahlo sono un concentrato di vita e di dolore, di amore e sofferenza. Ma conosci le opere più importanti di questa artista straordinaria?
La vita di Frida è forse più famosa dei suoi capolavori ma è proprio nelle sue opere che si trova la vera grandezza di questa donna, che ha seguito un percorso artistico unico e indipendente.
In questo post ti mostro le opere di Frida Kahlo che devi assolutamente conoscere.
opere di Frida Kahlo
Frida Kahlo fu una grande artista ed entrò in contatto con personaggi di alto calibro, che avrebbero fatto la storia. Tra questi Pablo Picasso, Salvador Dalí, Elsa Schiaparelli, Henry Ford, León Trotsky, André Breton, Vasili Kandinsky, Marcel Duchamp, Juan O’Gorman, Leonora Carrington, Orson Wells, Dolores del Río, ChavelaVargas e Anson Goodyear.
Tuttavia, Frida rimase sempre fedele a se stessa: eclettica, bohémien e rivoluzionaria, ironica. Oggi non è solo la sua arte ad essere ammirata. Frida è simbolo di donna autosufficiente e determinata, di emancipazione femminile e di militanza politica, di lotta contro disuguaglianze, ingiustizie e violenza di genere, del rapporto con l’invalidità e la libertà sessuale.
La vita di Frida Kahlo rappresenta anche una forma di espressione artistica, in cui le sue opere e la sua esistenza appaion indissolubilmente legate.
LE DUE FRIDA (1939)
Questo è il dipinto, conservato al Museo di Arte Moderna di Città del Messico, in cui il dolore di Frida sembra voler uscire da questa tela, dove l’artista ha descritto se stessa e la sua vita con un doppio autoritratto.
Da un lato c’è la Frida vestita all’occidentale, dall’altro la Frida completamente messicana.
Il tema del doppio è spesso presente nelle sue opere e in questo caso entrambe le figure si tengono per mano e hanno il cuore visibile e collegati da una vena che sporca di sangue l’abito bianco.
Il periodo in cui è stato realizzato il dipinto non era felice per l’artista, perché i dolori fisici di Frida erano diventati insopportabili e i tradimenti del marito Diego Rivera peggioravano la situazione. Proprio quell’anno, il 1939, Frida Kahlo e Diego Rivera si lasciano e lui, infatti, appare nel ritratto del medaglione nella mano della Frida seduta a destra.
AUTORITRATTO CON COLLANA DI SPINE E COLIBRÌ (1940)
L’opera risale al 1940, un periodo particolarmente felice dal punto di vista professionale e in cui realizza la maggior parte dei suoi capolavori.
Conservato presso l’Università di Austin, in Texas, il dipinto è un autoritratto dell’artista, che si mostra con una corona di spine come collana.
L’espressione del volto è calma, nonostante le spine la trafiggano fino a farla sanguinare, inoltre è circolata da una serie di animali che l’artista usa anche in altre opere per esprimere i suoi sentimenti.
Il colibrì, ad esempio, è il simbolo della libertà e della vita, ma nella tradizione messicana il colibrì morto diventa un amuleto per portare fortuna in amore.
LA COLONNA ROTTA (1944)
Tra le opere di Frida Kahlo questa è quella che mi ha sempre colpito di più.
L’immagine è violenta ma il video di Frida è tranquillo e rassegnato. In questa tela l’artista ha descritto il suo corpo trapassato e tenuto insieme da un busto in metallo.
La sua colonna vertebrale fu lesionata dopo un incidente in autobus e qui rappresenta il suo dolore fisico e la sofferenza emotiva.
Una serie di chiodi la trafiggono e con essi esprime ciò che è difficile da capire e da sopportare.
VIVA LA VIDA (1952)
Nel 1954, a soli 47 anni, Frida Kahlo morì e otto giorni prima firmò il quadro “Viva la Vida”, uno dei pochi dipinti in cui la pittrice inserisce la sua firma.
Il dipinto, conservato presso il Museum Coyoacán in Messico, rappresenta una natura morta con angurie intere, tagliate a metà e a fette, con un interno rosso vivo.
Si pensa che il dipinto risalga al 1952, tuttavia, otto giorni prima di morire aggiunse la scritta “Viva la Vida – Coyoacán 1954 Mexico”. Una frase che suona come un incitamento, una sorta di dichiarazione, un inno alla vita, che Frida ha vissuto fino in fondo e nonostante la sua esistenza sia stata segnata dal dolore fisico.
Questo dipinto è una sorta di testamento di Frida che va ammirato tenendo bene in mente le ultime frasi contenute nel suo diario: “Spero che la fine sia gioiosa e spero di non tornare mai più”.
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