IL TIBET NELLE OPERE DI HAN YUCHEN
Han Yuchen è nato nel 1954 a Jilin e si è formato all’Accademia Centrale di Belle Arti di Pechino ed è considerato uno dei grandi maestri della pittura a olio della Cina contemporanea.
Letterato e poeta, oltre che pittore, le opere di Han Yuchen si inseriscono nella linea tradizionale della pittura d’inchiostri su carta e della calligrafia secondo l’uso antico, appropriandosi anche di una tecnica tipicamente occidentale come la pittura ad olio.
Le opere di Han Yuchen
Han Yuchen, oltre alla tradizione artistica cinese, si è impadronito della tecnica, più rappresentativa dell’arte occidentale, della pittura a olio.
Nonostante il suo talento precoce, per molto tempo è stato tenuto lontano dal mondo dell’arte a causa della difficile posizione della famiglia, giudicata “controrivoluzionaria”.
Il duro lavoro e il successo come imprenditore ha permesso a Han Yuchen di riprendere l’attività artistica.
Al centro dei suoi recenti lavori è il Tibet, con i suoi paesaggi, i monasteri, le montagne, le antiche città perdute, la cultura millenaria e i suoi abitanti.
Negli ultimi anni Han Yuchen ha attraversato gli altipiani e le vallate del Tibet, vivendo in tende e soggiornando con famiglie tibetane. Esperienza che ha trasferito nelle sue opere.
“I tibetani sono gente modesta e tenace” ha affermato Han Yuchen “I loro occhi sono pieni di gentilezza … La bellezza del Tibet sta proprio nella sua gente che vive felicemente e in maniera pacifica, ma in maniera intensa e passionale. La loro felicità mi commuove, per cui attraverso la mia arte cerco di portare altra gioia alle persone”.
LE OPERE DI HAN YUCHEN IN MOSTRA
Dal 14 luglio 2022 le opere di Han Yuchen sono esposte nella mostra “Tibet, splendore e purezza“, presso Palazzo Bonaparte a Roma che ha già esposto artisti contemporanei innovativi come Jago.
Han Yuchen. Tibet, splendore e purezza
Palazzo Bonaparte, Roma
14 luglio – 4 settembre 2022
Il Tibet, la sua gente, i suoi paesaggi, la sua anima.
Un’immersione nella bellezza naturale e spirituale del Tibet, il “Tetto del mondo”, ma anche una galleria di ritratti di chi quell’immenso altopiano lo vive.