Era l’8 maggio del 1889 quando Vincent Van Gogh chiede di essere ricoverato presso il manicomio di Saint-Paul-de- Mausole.
Si tratta di una scelta consapevole la sua perché si rende conto che deve cambiare qualcosa nella sua vita e nella sua mente. Il suo è un desiderio estremo di ritrovare una serenità perduta o, più probabilmente, mai conosciuta.
Quando si aprono per lui le porte del manicomio di di Saint-Paul-de- Mausole inizia un percorso per tentare di trovare serenità ed equilibrio, ma prosegue la sua attività di artista.
Paesaggio con covoni e luna nascente di van Gogh
LA VITA DI VAN GOGH PRESSO IL MANICOMIO DI SAINT-PAUL DE MAUSOLE
La permanenza di van Gogh al manicomio di Saint-Paul de Mausole non è facile.
Le giornate dell’artista trascorrono in isolamento dalla società ed a contatto con una realtà fatta di urla e di pazienti che manifestano costantemente la propria instabilità mentale.
Come sempre accade nella vita di van Gogh, è il fratello Theo ad accorrere in suo aiuto e a a procuragli la possibilità di avere a disposizione una stanza dove dipingere, al primo piano dell’edificio.
Per un anno, la stanza del manicomio in cui gli viene concesso di dipingere diventa il suo atelier.
Si tratta di una camera illuminata dalla luce del sole che penetra da una sola finestra, a cui Van Gogh si affaccia ogni giorno. Il panorama che Vincent può ammirare da quell’unico punto diventa il soggetto dominante delle opere prodotte durante i mesi che trascorre in manicomio. Lo stesso campo di grano, dipinto ad ogni cambio di stagione, a diverse ore del giorno, diventa quasi un’ossessione per lui.
ANALISI DEL PAESAGGIO CON COVONI E LUNA NASCENTE DI VAN GOGH
Il paesaggio che van Gogh dipinge è ciò che vede tutti i giorni dalla finestra della sua camera presso il manicomio in cui si è fatto ricoverare.
Di quel campo coltivato esistono almeno dieci versioni, tutte diverse e tutte uniche.
All’inizio del mese di luglio 1889 dipinge Paesaggio con covoni e luna nascente, dove riprende uno schizzo che aveva disegnato in una lettera inviata a Gauguin:
“Ne ho uno in preparazione al sorgere della luna sullo stesso campo dello schizzo della lettera di Gauguin, ma i covoni sostituiscono il grano. È giallo ocra opaco e viola […]”.
La terra si anima trasformandosi in una superficie mobile sulla quale i volumi dei covoni fanno eco ai pendii morbidi delle colline e ai crepacci dei monti.
Siamo all’ora del tramonto, la luna sta sorgendo dietro alle montagne e il grano si tinge di arancione, il tono violaceo dei monti rimanda già ad un paesaggio notturno, i tocchi di pennello risentono ancora del linguaggio inventato dai pittori impressionisti, al quale Van Gogh si sente intimamente legato.
Proprio come nelle opere di Monet, Vincent registra il mutamento della luce e dei colori di uno stesso punto di vista nel corso dei giorni e delle stagioni.
Per mesi descrive instancabilmente il campo recintato da un muretto a secco con le montagne sullo sfondo, cambia solamente il momento della giornata oppure aggiunge qualche piccolo dettaglio: all’alba, al tramonto, alla sera, a volte inserisce un mietitore. Incredibilmente, nel periodo di maggiore instabilità mentale, riesce a portare avanti un progetto artistico estremamente razionale.
Programma le sue sessioni di lavoro, studia gli effetti cromatici e calcola i gesti da compiere sulla tela.
Paesaggio con covoni e luna nascente, che fa parte della collezione di opere del Kröller-Müller Museum di Otterlo, è la prova che Vincent non ha mai dipinto in preda alle sue crisi psicotiche, ma ha sfruttato i suoi rari momenti di lucidità per comporre capolavori di chiara ispirazione impressionista, grazie a pennellate sofferte e che segnano la strada verso l’Espressionismo.
ISPIRAZIONE DI VAN GOGH
In una lettera al fratello Theo Vincent confessa:
“[…] attraverso la finestra con le sbarre di ferro posso scorgere un quadrato di grano in un recinto, una prospettiva alla maniera di Van Goyen, sopra la quale al mattino vedo sorgere il sole nel suo splendore”.
Van Goyen era un pittore olandese del Seicento, un artista barocco e uno specialista del paesaggio senza figure umane. Nelle sue opere usava un colori tenui per riprodurre le atmosfere rarefatte del Nord Europa.
Con questo rifermento van Gogh ci dimostra che, anche se si trova all’interno di un manicomio e sta attraversando uno dei periodi più duri della sua vita, non rinuncia a riflettere sulla storia dell’arte. Il suo lavoro non si ferma e anzi, continua a confrontarsi con i maestri del passato, inserendo il suo lavoro nel solco di una nobile tradizione.
Grazie, ho incontrato oggi quest’opera…in cinque minuti di silenziosa profondità con l’opera e l’artista. Ho apprezzato molto la vostra presentazione…accompagna bene luoghi, parole, colori per giungere a Vincent…
Grazie per questo commento 🙂