Il fascino eterno della Pala di Fano: capolavoro del Perugino

Hai mai avuto il privilegio di ammirare la Pala di Fano, un capolavoro rinascimentale di Pietro Vannucci, noto come il Perugino? In questo post, esploreremo insieme la storia ed i dettagli di questa straordinaria opera, custodita presso la chiesa di Santa Maria Nuova a Fano e che, a partire dalla fine del 2023, è stata temporaneamente trasferita per ragioni di sicurezza presso il Museo del Palazzo Malatestiano di Fano.

Il fascino eterno della Pala di Fano: capolavoro del Perugino

Sapevi che questa la Pala di Fano di Perugino non è solo un’opera d’arte, ma racconta anche una storia affascinante legata alla sua creazione e al suo viaggio nel tempo?

GENESI DI UN CAPOLAVORO

La Pala di Fano fu commissionata nell’aprile del 1488 per decorare l’altare maggiore della chiesa di Santa Maria Nuova, situata nel quartiere di San Lazzaro a Fano. Questo luogo sacro fu il rifugio dei frati Minori Osservanti dal 1480, dopo il loro trasferimento dalla loro precedente dimora in Santa Maria al Metauro.
Nel 1517, con il passaggio alla chiesa di San Salvatore, nel centro storico di Fano, e l’adozione del nuovo titolo di Santa Maria Nuova, tutte le opere, compresa la pala di Perugino, furono trasferite nella nuova ubicazione.

L’opera si distingue per la sua composizione: al centro troneggia la Madonna con il Bambino, circondata dai santi Giovanni Battista, Ludovico di Tolosa, Francesco, Pietro, Paolo e Maria Maddalena. La parte superiore, o cimasa, presenta il Cristo in Pietà, mentre la base, o predella, narra episodi della vita della Vergine.

ANALISI DELLA PALA DI FANO DI PERUGINO

Interessante è il rapporto della Pala di Fano con altre opere del Perugino per la stessa chiesa, come l’Annunciazione. La Pala di Fano non è stata dunque l’unica opera realizzata da Perugino per Santa Maria Nuova, con l’Annunciazione che risale probabilmente a qualche anno prima.

La Pala di Fano si distingue però per il suo formato verticale che esalta l’architettura dipinta e la disposizione armoniosa dei personaggi. La presenza di dettagli minuziosi e la composizione equilibrata suggeriscono una possibile collaborazione tra Perugino e i suoi aiuti.
La cimasa, realizzata quasi un decennio dopo, mostra differenze stilistiche e cronologiche rispetto alla pala principale, riflettendo le influenze veneziane e le commissioni esterne di Perugino.

CURIOSITÀ SULLA PALA DI FANO DI PERUGINO

Uno degli aspetti più intriganti della Pala di Fano è la possibile partecipazione di Raffaello Sanzio, allora giovane allievo del Perugino. Molti studiosi ritengono che Raffaello potrebbe aver lavorato ad alcune parti dell’opera durante il suo apprendistato nella bottega di Perugino.

La cimasa dell’opera, realizzata circa un decennio dopo la pala principale, mostra influenze stilistiche veneziane, probabilmente dovute ai soggiorni di Perugino a Venezia. Questo dettaglio suggerisce l’apertura dell’artista verso diverse correnti e tecniche pittoriche, nocche dimostra la continua sperimentazione di un grande maestro.

La Pala di Fano del Perugino è stata recentemente sottoposta a un attento restauro, iniziato con una serie di indagini diagnostiche nel 2020 e avviato ufficialmente nel 2021.
Il restauro ha consentito un grande recupero della leggibilità di quest’opera, in cui si possono oggi maggiormente apprezzare l’armonia di luci ed ombre, gli equilibri cromatici, la profondità dell’imponente architettura, la sapiente resa dei modellati. L’intervento ha permesso, inoltre, di approfondire la comprensione dell’opera, i materiali e la loro stratificazione, la tecnica esecutiva, anche nei suoi aspetti più nascosti, tra cui le catene dell’architettura della tavola centrale presenti nel disegno preparatorio, poi non realizzate, ed un paesaggio montuoso con una città celata sotto la figura di Giuseppe di Arimatea, aggiunta in corso d’opera dal pittore, probabilmente per una composizione più simmetrica che si legasse in maniera armonica a quella perfettamente armonica e bilanciata della Pala.

Originariamente situata nell’altare maggiore della chiesa di Santa Maria Nuova, la Pala è stata spostata nel corso dei secoli. Questi spostamenti non sono stati rari per le opere d’arte dell’epoca, spesso trasferite per motivi di conservazione o per adeguamenti liturgici.
Dalla fine del 2023 l’opera si trova, temporaneamente, per ragioni di sicurezza presso il Museo del Palazzo Malatestiano di Fano.

La Pala di Fano di Perugino non è solo un’espressione della maestria artistica del Rinascimento, ma anche una testimonianza della storia e dell’evoluzione culturale di un’epoca. Ogni elemento, dalla scelta dei santi alla composizione architettonica, parla di un capolavoro che parla una lingua universale, capace di trasmettere messaggi potenti e senza tempo.
Ammirarla a Fano non significa solo fare un viaggio nella storia dell’arte, ma un’esperienza immersiva nella bellezza e nella spiritualità del Rinascimento.

 

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