PIET MONDRIAN: 5 COSE DA SAPERE SULLA SUA VITA
Piet Mondrian è un artista dalla fama universale e chiunque è in grado di riconoscere il suo stile inconfondibile, fatto di linee e forme geometriche.
Non tutti sanno però che quei dipinti così perfetti sono il frutto di un lungo percorso artistico che ha permesso a Mondrian di realizzare anche meraviglioso paesaggi.
In questo post ti porto alla scoperta di Piet Mondian, della sua vita e delle sue opere.
Piet Mondrian vita
1. FORMAZIONE ARTISTICA DI PIET MONDRIAN
Dal 1892 al 1895 Piet Mondrian ricevette una formazione artistica tradizionale presso la Rijksakademie van Beeldende Kunsten (l’Accademia Statale di Belle Arti) ad Amsterdam dove seguì corsi di disegno dal vivo, pittura di natura morta e teoria dell’arte. Nel tempo libero però si dedicò completamente alla pittura di paesaggio.
Dopo il diploma, quando non era impegnato in lavori su commissione o dando lezioni di disegno per mantenersi, Mondrian disegnava i paesaggi appena fuori Amsterdam. Il piatto paesaggio olandese si presta bene alla ricerca dei contrasti e i suoi primi paesaggi mostrano come Mondrian giocasse con ritmo e ordine sulla tela già molti anni prima delle sue opere astratte.
2. IL PAESAGGIO NELLE OPERE DI PIET MONDRIAN
Le opere di Mondrian, per i quali il maestro olandese è famoso come pioniere dell’arte “astratta”, sono in realtà il risultato di una lunga ricerca e di una progressiva evoluzione stilistica che ha il suo punto di partenza nel naturalismo e nell’impressionismo.
Mondrian attraversa tutte una serie di fasi, dal post-impressionismo al fauves, dal simbolismo al cubismo, per approdare a uno stile unico e inimitabile.
Una parte centrale della sua produzione è la pittura di paesaggio, prevalente in tutta la prima fase della sua carriera di artista. I paesaggi vengono successivamente affrontati da Mondrian con una varietà di stili e di tecniche che attestano non solo l’influenza di vari movimenti artistici, ma anche la sua ricerca di un’espressione personale.
3. MONDRIAN VERSO L’ASTRAZIONE
A partire dal 1900 Mondrian abbandona progressivamente la rappresentazione fedele della natura, per sperimentare forme e colori. Utilizzando gli elementi verticali e orizzontali del paesaggio, Mondrian esplora la possibilità di ridurre il mondo che lo circondava alla sua essenza assoluta: un ritmo di piani, colori e linee.
Dal 1908 il lavoro di Mondrian si fa sempre più radicale. Non dipinge più paesaggi naturalistici e trova ispirazione nella teosofia e nelle novità artistiche provenienti dall’estero. Sotto questi influssi, il suo lavoro attraversò diverse fasi. Mondrian dipinse molteplici variazioni di diversi temi, come il faro, il mulino a vento, i paesaggi marini e le dune. Di tela in tela, si avvicinava sempre più all’“essenza” dell’immagine.
4. MONDRIAN E PARIGI
Nel 1912, per concentrarsi sull’innovazione nella sua pittura, Piete Mondrian si trasferisce a Parigi. Era già famoso come pittore di paesaggio nei Paesi Bassi, aveva quasi quarant’anni e in Francia era quasi uno sconosciuto. Possiamo affermare che Mondrian si rimette completamente in gioco!
Le opere dei suoi primi anni parigini sono grigie e influenzate dal cubismo di Pablo Picasso e Georges Braque. Questa direzione lo condusse alla fine a ridurre il suo linguaggio espressivo a nient’altro che linee rette, colori primari e pianirettilinei.
Chiamò questo stile Neoplasticismo.
5. MONDRIAN E NEW YORK
Nel 1938 Mondrian lasciò Parigi per trasferirsi prima a Londra e poi a New York.
Il Nazismo e la Seconda Guerra Mondiale lo costrinsero a cercare un luogo più sicuro dove continuare a lavorare e a sperimentare.
In effetti le opere iniziate da Mondrian a New York indicano l’inizio di un nuovo linguaggio che, tuttavia, non potè portare avanti a causa della sua morte avvenuta nel 1944.
Nelle sue prime opere fu un realista figurativo e, come amava dire, nelle opere più tarde fu un realista astratto. Mondrian dichiarò nel 1942:
“Per me non c’è differenza tra i primi e gli ultimi lavori: fanno tutti parte della stessa cosa. Non sento la differenza tra il vecchio e il nuovo nell’arte come tale, ma come continuità”.
PER SAPERNE DI PIÙ SU MONDRIAN
- Leggi “L’arte nuova, la nuova vita”. Un testo battuto a macchina da Mondrian stesso e fatto circolare fra gli amici nel 1931. In questo libro Mondrian scrive che l’arte moderna ha il compito di produrre una pittura astratta pura, basata sui rapporti ottenuti esclusivamente mediante linee ortogonali, piani e colori primari, mezzi essenziali per percorrere la strada maestra che conduce alla realizzazione della verità nella pittura.
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Sicuramente Mondrian genio dell’astrattismo con Malevic e Kandinsky obbedisce sicuramente all’ analitica metafisica di aristotelica memoria cioè lo scomporre il veduto in parti sempre più piccole per “coglierne” l’essenza. Un po’ come la scienza positivista approcciava in periodi analoghi. Bisogna dire però che il vero precursore di un simile atteggiamento fu Paul Cezanne. Comunque è questo “coglierne” che andrebbe discusso. Piet Mondrian (così come altri) cercava la verità ? tutta la sua opera era improntata a questo ? L’astrattismo è la ricerca della verità portata alle estreme conseguenze raggiunte da Malevic ? (quadrato bianco su fondo bianco) Rothko e Pollock sono ri-partiti da Malevic e dai risultati di Mondrian ? Gli sviluppi del calcolo infinitesimale moderno da Netwon a Laplace hanno influito sull’evoluzione artistica ? Parrebbe di sì. Ma la verità è ancora lungi da conoscere.
Riflessione interessante. Certamente Mondrian fa parte di un gruppo di artisti che hanno segnato un periodo ben preciso della storia dell’arte. Un periodo in cui l’arte tentava di cogliere la complessità del mondo e dell’essere umano.
Tutto il Novecento è stato caratterizzato dalla ricerca di verità e spiritualità. Credo non si possa comprendere Mondrian se non studiamo il legame tra arte e teosofia, che ha caratterizzato anche molti altri artisti a lui contemporanei.
Diversamente dai cubisti, che Mondrian ebbe modo di conoscere durante il lungo soggiorno a Parigi, egli tentava di conciliare la sua pittura con le sue ricerche spirituali. Nel 1913 cominciò a fondere la sua visione d’arte e i suoi studi teosofici in una teoria che segna la sua rottura finale con la pittura che rappresentava la realtà.
Per Mondrian l’artista deve avere un impegno preciso: ricercare costantemente l’universale, ovvero impegnarsi nella ricerca di quella che lui chiama “realtà pura”.
Il suo è un tentativo di dare un senso ordinato, logico, lineare a una realtà che non ha senso. E nel Novecento lo smarrimento degli esseri umani verso una realtà che non sembrava avere più un senso era forte, basti pensare ai drammi delle due guerre mondiali, al nazismo e alle varie forme di discriminazione che si sono andate affermando lungo tutto il secolo.
Le opere di Mondrian denotano la stretta relazione con i suoi studi filosofici e spirituali. Nel 1908, infatti, si interessa al movimento teosofico di Helena Petrovna Blavatsky, diffusosi a partire dalla fine dell’Ottocento, e l’anno successivo entra a far parte della sezione olandese della Società Teosofica.