ROGER DE MONTEBELLO: INTERVISTA ALL’ARTISTA
Gli eventi collaterali e paralleli alla 57. Biennale d’Arte di Venezia sono tanti, come vi avevo spiegato nel post in cui vi ho raccontato della mia visita alla mostra.
Difficile vederli tutti, ma alcuni mi hanno colpita in modo particolare, come la mostra di Roger de Montebello al Museo Correr, che si trova proprio in piazza San Marco (in fondo al post trovate le date e il link al sito del museo).
La mostra è composta da 389 opere suddivise in tre gruppi, rappresentative della ricerca di questo artista. Si tratta di ritratti, una serie di vedute veneziane e un ciclo di opere dedicate alla corrida spagnola.
Tuttavia sono le vedute di vedute di Venezia che hanno catturato la mia attenzione, perché rappresentano una città eterea e quasi irreale.
Ecco perché ho intervistato l’artista.
Per capire quale sia il suo rapporto con la città in cui ha scelto di vivere e lavorare.
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Caterina Art post Blog: La Venezia delle tue opere sembra emergere da un sogno, in equilibrio tra terra e acqua, eterea e stranamente deserta.
C’è una relazione tra la Venezia dei tuoi dipinti e la città reale, invasa dal turismo di massa?
Roger del Montebello: Credo che ciò che cercano i milioni di visitatori di Venezia, sia la stessa cosa per me: nel nostro mondo contemporaneo, siamo tutti assetati di bellezza, armonia e persistenza.
Qui a Venezia, la gente viene e se ne va. Essi non appartengono alla città. Per questo motivo i miei occhi di pittore non si accorgono di loro.
L’arte si concentra sull’essenza degli esseri e dei luoghi, e non sugli epifenomeni né sulle circostanze transitorie e sociologiche.
Venezia, in quanto luogo sacro, appartiene ad un “tempo lungo”, mentre le persone appartengono ad un “tempo breve”.
Caterina ApB: Hai scelto di vivere e lavorare a Venezia.
Cosa ti aspettavi da questa città quando sei arrivato e quali ispirazioni ti ha dato?
Roger del Montebello: Installandomi a Venezia, ho voluto allontanarmi dalla frenesia contemporanea e allontanarmi dalla scena artistica del mondo globalizzato.
Per la mia formazione e il mio percorso, ho avuto l’opportunità di stabilirmi come pittore a New York. Ma niente mi attirava, e non avevo alcuna ammirazione per quello che veniva prodotto quando avevo 20 anni, negli anni ’80, anzi, tutto il contrario: per me le espressioni artistiche di quegli anni erano una barbarie.
Lasciando New York e Parigi ho scelto di “ritirarmi dal mondo”, intendo dal mondo artificioso e dai falsi idoli.
A Venezia ho cercato e trovato il mondo reale, quello della bellezza visibile, persistente e della contemplazione. Venezia mi ha dato questo, e me lo dona ancora, tutti i giorni.
Caterina ApB: Le tue opere sono pittoriche.
Come definiresti il tuo stile e quali sono gli artisti a cui ti ispiri?
Roger del Montebello: La questione è molto complicata, perché la parola “stile” è ambigua. Se, come prima definizione, si intende il termine come un metodo immediatamente riconoscibile da tutti, un certo “stile” sarebbe una constatazione a posteriori, espressa da altri, riguardante la visione personale dell’artista.
Ma la ricerca dello stile può essere il solo principio guida per il pittore? A rischio di diventare una prigione a discapito dalla ricerca della coerenza dell’insieme dell’opera.
Per il pittore che dipinge un quadro alla volta, in ogni “battaglia” è spinto dalla volontà di trasmettere la verità sulla tela che sta realizzando, in accordo con la visione captata al momento della realizzazione, ma allo stesso tempo ogni quadro si inserisce in una coerenza narrativa che si sposa con i quadri anteriori.
Tale ricerca di verità passa dalla purificazione delle forme, che è una seconda definizione della parola stile.
Se le visioni del pittore e il suo modo di depurare le forme presentano delle costanti, allora emergerà naturalmente nel corso del tempo una coerenza nell’insieme delle sue opera, senza che il pittore definisca il suo “stile” con delle parole.
Tuttavia, posso dire che, nella pittura, sto esplorando l’essenza delle cose, degli esseri, dei luoghi oltre allo spazio e alla luce.
Io apprezzo molto i quadri del Quattrocento italiano e i fiamminghi, come anche Vermeer e Cezanne, tra molti altri.
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Roger del Montebello a Venezia
Ritratti di Venezia e altri ritratti
Museo Correr, 13 Maggio – 10 Settembre 2017
Direzione Scientifica di Gabriella Belli A cura di Jean Clair
LINK: correr.visitmuve.it/it/mostre/
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