INTERVISTA A STEFANO OGLIARI BADESSI, IN ARTE S.O.B.
Ho incontrato Stefano Ogliari Badessi, in arte S.O.B., e ho visto i suoi “occhi fluttuanti” navigare lungo la laguna di Venezia.
Ho visto l’emozione nel suo sguardo e ho fatto due chiacchiere con lui, sul suo lavoro e su cosa voglia dire per un artista come lui lavorare con un grande brand come Swatch.
Intervista a Stefano Ogliari Badessi, in arte S.O.B.
Osservare i “grandi occhi” di Stefano Ogliari Badessi, in arte S.O.B. attraversare la laguna di Venezia è stato emozionante.
Si è trattato della fase finale di quattro workshop, realizzati nell’ambito del progetto “SuperaMenti. Pratiche artistiche per un nuovo presente”, ideato dalla Collezione Peggy Guggenheim insieme a Swatch Art Peace Hotel.
Ecco cosa mi ha raccontato Stefano Ogliari Badessi, in arte S.O.B. del suo lavoro e della sua collaborazione con Swatch.
Caterina Stringhetta: Prima del nostro incontro ho dato un’occhiata al tuo profilo Instagram e ti definisci “un po’ artista, un po’ cosmonauta … e un po’ permacultore”. Chi è veramente Stefano Ogliari Badessi?
S.O.B.: Sono un sognatore. Viaggio nel mondo dei sogni e ciò che vedo lo riporto nel mondo reale. Sono un nomade, sempre in transito tra sogno e realtà.
Sono nato e vissuto a Crema, ma ho sempre viaggiato per vedere il mondo e osservarlo da punti di vista nuovi.
Caterina Stringhetta: Qual è il tuo percorso artistico?
S.O.B.: Ho studiato all’Accademia di Brera, mi sono sbizzarrito nel creare le vetrine dei negozi e poi ho deciso di trasferirmi a Shanghai, per dare un’occhiata alla scena artistica di quel luogo.
Proprio a Shanghai ho avuto la fortuna di essere selezionato per una residenza presso lo Swatch Art Peace Hotel. Lì è iniziato per me un percorso nuovo ed ha preso avvio anche la mia collaborazione con Swatch, che mi ha portato fino a qui.
Grazie alla residenza d’artista presso lo Swatch Art Peace Hotel ho potuto relazionarmi con altri artisti e ho imparato molte cose su me stesso e sul mio essere artista. A Shanghai ho imparato a pensarmi come un artista, a conoscere i miei punti di forza e a capire come usarli per realizzare i miei progetti.
Caterina Stringhetta: Cosa significa per un artista collaborare con Swatch?
S.O.B.: Lavorare con Swatch per me significa affrontare un progetto creativo con la consapevolezza di avere accanto un alleato. Swatch. infatti, è in grado di apprezzare il potenziale comunicativo di progetti utopici come i miei, che provengono dal mondo dei sogni ma possono raggiungere un gran numero di persone.
Swatch è come un mecenate d’altri tempi. Sostiene gli artisti come me e ci permette di lavorare senza vincoli e in totale libertà.
Caterina Stringhetta: Quali progetti hai in futuro?
S.O.B.: Subito dopo il workshop di Venezia andrò a Cortina. Mi avventurerò nei boschi per realizzare una scultura legata ai quattro elementi: aria, acqua, terra e fuoco.
Sarà per me l’inizio di una nuova fase.
Il workshop di Stefano Ogliari Badessi, in arte S.O.B., ha chiuso il progetto “SuperaMenti. Pratiche artistiche per un nuovo presente”, dedicato alla Generazione Z (dai 16 ai 25 anni) con lo scopo di creare un dialogo con artisti nazionali e internazionali, conoscere e condividere la loro pratica artistica.
Il progetto, ideato dalla Collezione Peggy Guggenheim insieme a Swatch Art Peace Hotel, ha visto la partecipazione di altri tre artisti: Jan Vormann, con il laboratorio “Catelli di vetro”; Alice Pasquini, con “Oltre il muro: arte e contesto”; Cecilia Jansson, con
“Esplorare la distanza”.
Video by @maco_film_venice_london
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