Realized by interpreters whom he trains rigorously for each exhibition, Sehgal’s works often take the form of expressive spectacles or demonstrations in which, for example, a museum guard performs an impromptu striptease, or a couple languorously enacts kisses excerpted from a range of art historical sources. With Sehgal’s more participatory pieces, visitors are invited to enter into structured discussions with interpreters on a range of political and philosophical topics. Rejecting both photographic and scored documentation – the methods traditionally used to preserve performance practice – Sehgal’s works exist only in the time and space of the exhibitions in which they are featured, circulating thereafter in the cultural sphere only via word of mouth, or through written accounts. Though the specific contents of each of Sehgal’s works are distinct, they are all unified by a principled refusal to add objects or images toa world already supersaturated with both.
I lavori di Sehgal assumono spesso la forma di dimostrazioni o di spettacoli espressivi – il custode di un museo esegue uno spogliarello improvvisato, una coppia inscena baci che riproducono celebri baci della storia dell’arte – interpretati da attori, ballerini o guardie dei musei che vengono scrupolosamente addestrati prima di ogni esibizione. Le azioni di Sehgal si svolgono per l’intera durata dell’esposizione che le ospita, come sculture viventi collocate nello spazio espositivo. Nelle opere più partecipative i visitatori sono invitati a dialogare con gli interpreti e di discutere di temi politici e filosofici. Rifiutando ogni documentazione fotografica e scritta – metodi tradizionali per preservare le performance – le opere di Sehgal esistono soltanto per il tempo e nello spazio delle mostre in cui vengono presentate: la loro diffusione e circolazione si affida solo al passaparola o ai resoconti dei visitatori. Nonostante i contenuti di ogni opera siano diversi, tutte esprimono il rifiuto di aggiungere oggetti o immagini a un mondo già saturo di entrambi.
Golden Lion for the best artist in the International Exhibition Il Palazzo Enciclopedico (The Encyclopedic Palace) to Tino Sehgal
For Venice Biennale 2013, Sehgal has created a situation in which a pair of disparately aged interpreters, allied in an indifference to their physical surroundings, interpret a dance and chant. The work gives a view onto generational disparities, but in a way that sheds light on the differences and commonalities between the interpreters’ outlooks and imparts a sense of the wide-ranging character of human thought and experience.
Per la Biennale di Venezia 2013, Sehgal ha creato una situazione in cui una coppia di interpreti di età diversa che, dimenticandosi dello spazio che li circonda, interpretano una danza e cantano una nenia. L’opera offre uno sguardo sul dialogo tra culture e generazioni, trasmettendo il senso di un ciclo che si espande e si rinnova all’infinito.