L’URLO DI MUNCH: DOVE SI TROVA, DESCRIZIONE DELL’OPERA E CURIOSITÁ
L’urlo di Munch è un’opera famosissima, riprodotta e citata innumerevoli volte.
Quest’opera è una delle icone dell’arte più famose (insieme alla Gioconda di Leonardo) e descrive un paesaggio che diventa una proiezione dell’esperienza psicologica del personaggio collocato in primo piano.
Il capolavoro di Munch è sicuramente il dipinto norvegese più famoso al mondo.
L’urlo di Munch: dove vederlo
PERCHE’ MUNCH DIPINGE L’URLO
Edvard Munch realizza il dipinto dopo una passeggiata sulla collina di Ekeberg, sopra Oslo.
L’artista scrisse che, osservando il tramonto, si sentì avvolto da un sentimento di malinconia che si trasformò in paura quando il cielo diventò rosso come il sangue.
Fu osservando quel cielo che sentì un urlo trafiggere la natura.
“Camminavo lungo la strada con due amici
quando il sole tramontò
il cielo si tinse all’improvviso di rosso sangue
mi fermai, mi appoggiai stanco morto a un recinto
sul fiordo nerazzurro e sulla città c’erano sangue e lingue di fuoco
i miei amici continuavano a camminare e io tremavo ancora di paura
e sentivo che un grande urlo infinito pervadeva la natura” – Edvard Munch
DESCRIZIONE DE L’URLO DI MUNCH
L’urlo di Much è la rappresentazione di un sentimento di terrore e l’artista lo comunica allo spettatore attraverso i colori e una composizione che è una novità assoluta nel mondo dell’arte.
Il protagonista è collocato all’interno di un paesaggio costruito con linee curve e che sembra non avere nulla di reale.
Si tratta di un paesaggio interiore, di una libera interpretazione dell’artista basata su ciò che ha vissuto in quel momento.
L’uomo stesso, in primo piano, è colto nell’istante in cui sta lanciando un urlo fortissimo e si porta le mani al volto e quasi lo schiaccia.
In questo dipinto tutti gli elementi diventano un’estensione delle sensazioni dell’artista.
Quindi le linee curve sono come un labirinto di emozioni e l’occhio dello spettatore, che vaga in ogni direzione alla ricerca di un riferimento, produce una sensazione di smarrimento.
DOVE SI TROVA L’URLO DI MUNCH
Dell’urlo di Munch esistono quattro versioni, tutte dipinte tra il 1893 ed il 1910, ma la più famosa è quella conservata alla Nasjonalgalleriet di Oslo (La Galleria è chiusa per tutto il 2019 perché l’intera collezione verrà trasferita nel nuovo Museo Nazionale che aprirà nella Vestbanen nel 2020).
Il dipinto è stato rubato per ben due volte e poi recuperato.
Venne rubato la prima volta nel 1994, il giorno dell’inaugurazione delle Olimpiadi invernali di Lillehammer.
La vicenda suscitò una grande polemica sui sistemi di sicurezza della Nasjonalgalleriet di Oslo, soprattutto perché i ladri lasciarono un biglietto che dichiarava l’inadeguatezza del museo su questo fronte.
Nel biglietto si leggeva: “Grazie per la scarsa sicurezza”.
L’opera fu recuperata alcuni mesi dopo.
La seconda volta fu rubato nel 2004 insieme ad un’altra opera di Much: “La Madonna”.
Entrambi i dipinti furono recuperati nel 2006 e poi sottoposti ad un accurato restauro perché danneggiati dall’umidità.
L’urlo di Munch è stato nuovamente esposto al pubblico nel 2008.
L’URLO DI MUNCH: CURIOSITÀ
Nel 1904 fu scoperta, nell’angolo in alto a sinistra della prima versione dell’ urlo di Munch, questa frase: “Poteva essere stato dipinto soltanto da un pazzo”.
Alcuni hanno sempre ritenuto che si trattasse di un atto di vandalismo, altri che fosse in realtà una frase scritta da Munch stesso sulla tela.
Da allora sono state fatte indagini e analisi e finalmente, per il Museo nazionale norvegese, non ci sono dubbi: la frase è stata scritta da Munch a matita.
Le analisi condotte sull’opera di Munch sono state accurate e approfondite.
Il dipinto è stato fotografato con una fotocamera a infrarossi per osservare la frase scritta più nitidamente, consentendo un confronto con altri documenti autografi dell’artista.
Secondo Mai Britt Guleng curatrice del Museo, Munch scrisse quella frase nel 1895 quando mostrò per l’opera al pubblico per lacrima volta. In quell’occasione la critica non accolse bene l’opera e il critico d’arte Henrik Grosch dichiarò addirittura che Munch non poteva essere considerato un uomo sano di mente.
“L’iscrizione può essere letta come un commento ironico, ma allo stesso tempo come un’espressione della vulnerabilità dell’artista. Scrivere sul dipinto finito mostra che creare per Munch è stato un processo continuo”, ha dichiarato Mai Britt Guleng.
La frase scritta a matita dallo stesso Munch deve essere considerata, quindi, una reazione alle aspre critiche ricevute dall’artista.
L’urlo di Munch è uno di quei capolavori che spesso sono citati in chiave comica. Sostituendo di volta in volta il volto in primo piano con un personaggio famoso o con il protagonista della storia che si sta raccontando.
Qui sopra ho raccolto 4 “urli” celebri ma sono infinite le variazioni sul tema.
La cosa sorprendente è che, fuori dal suo contesto, questo dipinto assume un significato simile all’originale ma dalla forte carica comica e che ha la capacità di aumentare ancor di più la fama di questo capolavoro.
Voi preferite il dipinto nella sua versione originale oppure vi piace che possa assumere altri significati?
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ciclicamente, durante l’arco della mia vita (attualmente arrivata a 62 anni) mi sento come il protagonista di questo quadro
Credo che sia uno di quei dipinti senza tempo in cui tutti possono identificarsi. E’ questo che lo rende un capolavoro 🙂
Very funnt he note part
il protagonista è stato colto da una crisi di “panico”, cosi definita oggi, ma è impressionante vederla dipinta, solitamente nessuno riesce ad immaginarla,ma è qualcosa che sfugge spesso all’immaginario.Spesso ammiro questo quadro,ho fatto riprodurre questo capolavoro su degli orecchini.
Il vero mistero è il perchè di quelle fortissime sensazioni ed emozioni che travolsero Edward Munch.
Durante la percezione di quel tramonto, quali archetipi vennero risvegliati nell’inconscio di Munch e perchè?
Non si avrà mai risposta di ciò…
L’urlo si trova anche nell’ombra del dipinto La Puberté….è una mia impressione o lo vedete anche voi?
Anche io l’ho notato ma è quasi ovvio se pensi che al centro dell’interesse di Munch c’è l’uomo e il suo essere solo di fronte a tutto ciò che lo circonda e che quasi lo schiaccia. La Pubertè non fa eccezione. E’ una ulteriore riflessione sul dramma esistenziale dell’essere umano.