VITA DI REMBRANDT: 5 COSE DA SAPERE
La vita di Rembrandt è fatta di grandi capolavori e parecchie tragedie.
Quando ci si trova davanti a una delle sue opere bisognerebbe sempre capire in quale periodo della sua vita è stata realizzata, perchè la vita personale di Rembrandt ha influenzato moltissimo il suo lavoro e conoscere le sue vicende private aiuta a comprendere la sua tecnica e la scelta dei soggetti rappresentati.
In questo post trovi vita di Rembrandt raccontata in cinque punti.
Vita di Rembrandt: 5 cose da sapere
1. DOVE E QUANDO È NATO REMBRANDT
Rembrandt Harmenszoon van Rijn, questo il nome per esteso di Rembrandt, è nato nel 1606 nei Paesi Bassi, per la precisione nella città di Leiden.
La prima parte della vita di Rembrandt si svolge a Leiden, la sua città natale, dove l’artista frequenta la scuola latina, riceve lezioni di disegno, si iscrive all’Università e dove impara le tecniche della pittura nella bottega di Jacob van Swanenburgh, uno dei pittori storici della città di Leida.
Il suo primo studio lo apre proprio a Leida e nei suoi primi dipinti emerge un’uso del chiaroscuro, che è un chiaro riferimento alle opere di Caravaggio, che sarà la caratteristica del successo delle opere di Rembrandt.
2. LA VITA DI REMBRANDT AD AMSTERDAM
Nel 1639 Rembrandt si trasferisce ad Amsterdam, nella casa che oggi è il museo Rembrandthuis, in cui si possono ammirare le sue opere e si può conoscere la sua vita.
La vita di Rembrandt ad Amsterdam è costellata di successi e i committenti fanno a gara per avere un sua opera e diventa il ritrattista più richiesto dalla borghesia.
Risalgono al 1631 la “Lezione di anatomia del dottor Tulp” e al 1642 la “Ronda di Notte”, che è considerata il suo capolavoro.
Parallelamente alla sua attività di artista, Rembrandt diventa anche un collezionista di stampe, dipinti, oggetti d’arte e non solo, che andarono a popolare uno “studio delle meraviglie” nella sua casa di Amsterdam.
3. LO STILE DI REMBRANDT
La caratteristica più importante dell’arte di Rembrandt è l’uso teatrale della luce e delle ombre, ispirato dalle opere di Caravaggio.
Diversamente dagli altri artisti del suo tempo, Rembrandt rappresenta i personaggi delle sue opere in modo naturale, come se fossero colti in un momento casuale della loro vita.
I volti e i corpi sono realistici e lontani dalla rigidità presente nelle opere del suo tempo.
Rembrandt si dedica sia alle opere di ridotte dimensioni, affrontando temi religiosi ed allegorici, sia a dipinti di grande formato con scene drammatiche tratte dalla Bibbia o dalla mitologia. Inoltre realizza molti ritratti e diverse stampe di argomento paesaggistico.
Nel corso della sua vita sperimentò vari stili e in alcune opere il colore si fece più ricco ed intenso con i colpi di pennello più evidenti e pronunciati.
4. REMBRANDT E LA MOGLIE SASKIA
La sua vita privata ebbe una grande influenza nel suo lavoro.
Nel 1634, Rembrandt sposa Saskia, che apparteneva ad una ricca famiglia borghese, e iniziarono per l’artista gli anni più felici della sua vita.
La disponibilità economica della moglie gli garantirono di aprire un suo studio e anche di entrare in contatto con una committente ricca.
L’opera “L’Allegra coppia (Il figliol prodigo dilapida la sua eredità)” è il dipinto del 1635 che ritrae l’artista e la moglie all’interno di un soggetto religioso e diventa il pretesto per celebrare la bellezza della vita e del loro amore. Rembrandt, infatti, si ritrae mentre guarda lo spettatore alzando il calice e mettendo un braccio intorno ai fianchi della sua amata Saskia.
I tempi felici vengono colpiti da una serie di tragici eventi che, a partire dal 1635, cambiano la vita di Rembrandt.
I primi tre figli della coppia, infatti, muoiono a pochi giorni e a poche settimane dalla nascita. Solo il quarto figlio, Titus, riuscì a diventare adulto.
Saskia morì a soli trent’anni di tubercolosi, nel 1642, provata fisicamente e psicologicamente dalle tragedie familiari. Fu questo l’anno che segnò l’iniziò del declino personale e professionale dell’artista.
Rembrandt non smise mai di dipingerla e disegnarla, neppure quando era sul letto di morte e il volto di Saskia diventa, anche nelle opere successive, quello di una santa, di una Madonna, di una dea o di una bellissima fanciulla.
5. QUANDO MUORE REMBRANDT
Dopo la morte dell’amata Saskia, la vita di Rembrandt sembra sprofondare nell’abisso.
Il suo tenore di vita continua ad essere quello di un ricco borghese ma i committenti preferiscono altri artisti e la sua situazione economica peggiora sempre più.
L’artista fu costretto a vendere la sua casa e le collezioni di arte e antiquariato che aveva raccolto durante la sua vita, tra cui vi erano anche incisioni di materni italiani come Mantegna.
Furono il figlio Titus e la sua ultima compagna, Hendrickje, a salvarlo e anche se le sue opere diventano meno richieste Rembrandt resta un punto di riferimento nell’arte del Secolo d’oro Olandese.
Rembrandt sopravvisse a tutti coloro che l’avevano amato e morì ad Amsterdam nel 1669, un anno dopo il figlio Titus, lasciando circa ottanta autoritratti che aveva realizzato durante tutta la sua vita e che ci permettono di osservare non solo il suo volto e il suo sguardo cambiare nel corso del tempo, ma anche di comprendere come è cambiato il suo stile.
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