Quando mi reco a Roma non posso fare a meno di trovare almeno 5 minuti per recarmi presso la Chiesa di San Luigi dei Francesi, perché lì si trovano alcune delle opere più spettacolari del Seicento e che sono considerati i capolavori di Caravaggio.
Tra le opere più indagate del Caravaggio c’è sicuramente la “Vocazione di San Matteo” presso la Cappella Contarelli nella Chiesa di San Luigi dei Francesi a Roma. È il suo primo incarico per un luogo pubblico e realizza la suddetta tela affrontata dal Martirio di San Matteo allo scorcio del ‘500.
Vocazione di San Matteo di Caravaggio
La Vocazione di San Matteo è una delle opere di Caravaggio che preferisco, dove l’uso della luce, che squarcia il buio della tela, diventa un elemento prospettico e spinge chi osserva a seguire quella luce, che proviene dall’esterno e che è di natura divina.
ANALISI DELLA VOCAZIONE DI SAN MATTEO DI CARAVAGGIO
Se osserviamo l’indice del Cristo notiamo che ancora non indica nessuno di preciso, ma diventa la guida del nostro sguardo che deve andarsi a posare nel fondo della tela. I tre uomini, sono tutti e tre coinvolti nel computo delle monete: il ragazzo le conta, l’anziano vigila sul giovane e l’uomo maturo rientra nel nucleo grazie alla vicinanza dei due.
Quest’ultimo sembra essere l’unico che si accorge della presenza di Cristo e l’indice levato va ad accentuare il gesto del Redentore, ma proprio quel dito, per quanto sembri indicare qualcuno, è condotto con un gioco di chiaroscuri tali che rimane talmente vago da non indicare distintamente nessuno.
Forse si coglie proprio qui la straordinarietà dell’opera: Caravaggio non vuole identificare l’apostolo in un unico soggetto, ma in tre protagonisti che svolgono lo stesso mestiere (l’esattore), rappresentandoli, però, come le tre età dell’uomo e sovraccaricandolo così di un valore aggiunto.
Dal Vangelo sappiamo che Cristo incontra Matteo a Cafarnao, lui, l’uomo odiato dal popolo ebraico poiché esattore delle tasse per conto dell’impero romano, accusato dai sacerdoti come peccatore, poiché venera la moneta con l’effige dell’imperatore; ma a questo Caravaggio aggiunge altro: lo inserisce in una bettola buia e interpretato come ‘le tre età dell’uomo’ non pone limite al tempo e allo spazio.
CURIOSITÀ SULLA VOCAZIONE DI SAN MATTEO
Nell’ammirare la “Vocazione di San Matteo” di Caravaggio ci si imbatte in una serie di curiosità che rendono quest’opera non solo un capolavoro dell’arte barocca, ma anche un intrigante enigma storico e culturale. Primo fra tutti, la scelta rivoluzionaria di Caravaggio di rappresentare figure sacre con sembianze e atteggiamenti di persone comuni, tratti direttamente dalla vita quotidiana della Roma del suo tempo.
Questo approccio, radicalmente innovativo per l’epoca, conferisce all’opera un’umanità e una vicinanza emotiva senza precedenti.
Un’altra peculiarità è l’uso magistrale della luce, che non solo modella le figure e lo spazio, ma diviene anche un simbolo teologico: il raggio di luce che indica San Matteo simboleggia la chiamata divina, un elemento che Caravaggio utilizza per enfatizzare il momento della conversione spirituale.
Inoltre, la posizione dei personaggi e le loro espressioni sono state oggetto di ampie interpretazioni: alcuni studiosi suggeriscono che Caravaggio abbia incluso un autoritratto nascosto tra i testimoni della scena, un dettaglio che continua a stimolare dibattiti e ricerche.
Infine, la “Vocazione di San Matteo” fa parte di un gruppo di tre opere custodite tutte nella Cappella Contarelli di San Luigi dei Francesi a Roma, un contesto che arricchisce ulteriormente il suo significato e la sua importanza nel panorama artistico e spirituale. Queste curiosità non fanno che aumentare il fascino di un’opera che, a distanza di secoli, continua a parlare al cuore e alla mente degli osservatori, testimoniando la genialità senza tempo di Caravaggio.
La bellezza di questo dipinto va oltre la tecnica e lo stile, si tratta di una racconto di fede in cui Caravaggio afferma che quando Cristo chiama, qualunque cosa si faccia o pensi non conta, la nostra risposta è immediata.
Sembra che il raggio che entra a destra, sia messo per ultimo, dopo aver dipinto tutto. La faccia del Cristo, le due mani e il vestito di Pietro sono ulluminati da altra fonte. La gamba del primo soldato e la gamba del signore che maneggia le monete è illuminata dalla stessa fonte, anche se è sotto il tavolo. Se togliamo il raggio che bagna il muro, il quadro sta in piedi lo stesso, anche senza il raggio. Si veda bene la faccia del Cristo che non è illuminata dal raggio perchè è volta al contrario. Chi sia Matteo è difficile distinguerlo, sempre che non sia l’uomo con gli occhiali che da usuraio controlla quello con le monete.